Negli occhi, o meglio in certi occhi: quelli che sono come finestre aperte sul mondo. Nel fatto di condividere la bellezza stessa (anche su Facebook) che a tenerla tutta per sé non è poi così bella. Nella ricerca – continua ma mai estenuante – di ispirazione. Nelle serrande semichiuse a ricordarci che c’è una crepa in ogni cosa ma è da lì che entra la luce. Nell’attenzione e nella cura. Nell’alba, nei nuovi, quotidiani, inizi. Nei messaggi per noi o comunque nella nostra capacità di stare in ascolto: perché quel when is black, take a little time to hold yourself cantato da uno sconosciuto nel cuore di Milano mi piace pensare che fosse rivolto a me. Nella parola buongiorno. Negli uomini gentili. La bellezza sta in una città che è sempre la stessa ma sempre nuova, come una persona a cui vogliamo bene. Nei pranzi all’uscita dell’Università a cercare un posto che faccia un po’ Sex and the City e noi a parlare senza filtri e a cercare il giusto filtro su Instagram. Nei giardini segreti nel cuore del traffico. In qualche sana abitudine e nell’altrettanto sana voglia di romperla, l’abitudine. Nei caffè che finiscono ma le cose da dirsi no.