Credo nei libri. Ma soprattutto credo negli uomini che credono nei libri.
E non (soltanto) perché sono dei romantici sognatori, ma per quella loro ferma convinzione che è la cultura a renderci esseri umani. A salvarci: dai mali della vita o anche da noi stessi. Ad aprirci finestre sul mondo. A metterci in contatto con le anime affini che hanno vissuto prima di noi e con quelle non ancora nate.
Sì, credo negli uomini che credono nei libri al punto da dedicarvi la propria vita. E quando accade che tre di questi uomini del 2018 – di nome Rosario, Diego e Alessandro, insieme ad un certo Maurizio – si ritrovano seduti al tavolino di un bar a sognare (in grande, come tutti i sogni che si rispettino) un salone del libro a Napoli, io non posso fare altro che essere loro grata.