Ogni mattina, nel mondo, una donna si sveglia e sa che deve correre più veloce non solo delle aspettative che ha su di sé ma anche dei pregiudizi culturali, della lista delle cose da fare e del treno che passa una sola volta nella vita. Tutto questo sui tacchi.
-
-
Una storia di moda
Della moda, non ci ho mai capito niente.
Ad un tratto della mia vita mi sono resa conto che non c’era nulla da capire, ma che la moda, quella vera, avesse a che fare con il sentire. Toccare. Creare qualcosa di personale. Fare delle scelte (con la consapevolezza che di quelle audaci non mi sono mai pentita). Esprimersi. Giocare: un gioco divertente, libero, immaturo e a volte sconsiderato, dove non è sempre necessario conoscere le regole ma talvolta lo è infrangerle. -
Abbiamo cenato sul tetto del mondo
-
Il salotto fashion
-
Cercasi caffè e sogni e spazi e tempi
Cercasi in primo luogo caffè – parafrasando ma neanche troppo la felpa del mio pigiama -, quello che a Napoli ti servono in tazzina bollente e con un sorriso di prima mattina. Cieli rosa. Cercasi altri cinque minuti a letto. Cercasi sogni, quelli che si fanno da svegli e in cui si deve credere e basta. Cercasi spazio: perché a volte c’è bisogno di un luogo che sentiamo come nostro, dove creare e dare forma e una possibilità alla fantasia. Cercasi – disperatamente – una pizza. Musica, che qui non manca mai mentre si mescola col vociare di fondo e il tintinnio dei cucchiaini nei bar e i bambini che giocano a pallone in una piazza. Cercasi un complice con cui giocare. Momenti di trascurabile felicità che non è solo il titolo di un (piacevolissimo) libro. Tempo per fare tutto quello che vogliamo fare più dieci minuti di sacrosanto non-fare. Programmi belli per il weekend. Cercasi organizzazione e collaborazione per mettere su qualcosa di bello e importante. Incontri. Consigli su qualche buona lettura. Cercasi Levante che canta non me ne frega niente. Amici e posti da tenere, come quando eravamo all’asilo. Aggiornamenti in tempo reale su cose assolutamente non importanti e quindi fondamentali. Cercasi confronto, quello che può solo renderci più ricchi e aperti a nuove prospettive. Cercasi una buona dose di coraggio mista a creatività per affrontare questa vita o anche solo questo lunedì.
-
La bellezza, dov’è?
Negli occhi, o meglio in certi occhi: quelli che sono come finestre aperte sul mondo. Nel fatto di condividere la bellezza stessa (anche su Facebook) che a tenerla tutta per sé non è poi così bella. Nella ricerca – continua ma mai estenuante – di ispirazione. Nelle serrande semichiuse a ricordarci che c’è una crepa in ogni cosa ma è da lì che entra la luce. Nell’attenzione e nella cura. Nell’alba, nei nuovi, quotidiani, inizi. Nei messaggi per noi o comunque nella nostra capacità di stare in ascolto: perché quel when is black, take a little time to hold yourself cantato da uno sconosciuto nel cuore di Milano mi piace pensare che fosse rivolto a me. Nella parola buongiorno. Negli uomini gentili. La bellezza sta in una città che è sempre la stessa ma sempre nuova, come una persona a cui vogliamo bene. Nei pranzi all’uscita dell’Università a cercare un posto che faccia un po’ Sex and the City e noi a parlare senza filtri e a cercare il giusto filtro su Instagram. Nei giardini segreti nel cuore del traffico. In qualche sana abitudine e nell’altrettanto sana voglia di romperla, l’abitudine. Nei caffè che finiscono ma le cose da dirsi no.
-
Rose a dicembre (possibili come certi sogni)
Mi avete portato anche le rose a dicembre.
Il che ha dell’impossibile: come impossibili sembrano i sogni quando vengono sognati per la prima volta. Ma poi può succedere che quei sogni prendono forma, la più inaspettata magari, e diventano così veri da poterli toccare. I miei sono diventati “Rose a dicembre”: una collezione di gonne che ho disegnato e realizzato e amato al punto da volerla presentare a voi in un mese dell’anno dove la magia è dietro ogni angolo della città e del cuore. -
“La moda democratica” (qui è tutto pronto e magico)
Una domenica pomeriggio di metà dicembre. Una galleria che brilla nel bel mezzo della città.
Quattro donne che raccontano la bellezza da quattro prospettive diverse.
Una passione per la moda che va oltre la moda. O almeno quella che cambia al cambiare dei dettami.
E poi il concetto di moda democratica che amo tanto: che ha a che fare con l’ identità, con la libertà di essere sé stesse anche se a volte questo vuol dire permettersi il lusso di diventare, per una sera, qualunque cosa si desideri essere.
Ed è col cuore pieno di gioia (e la scrivania piena di foto e la stanza piena di stoffe) che vi invito tutti a La moda democratica. Un evento che m’immagino sappia di panettone e spumante. Che parli di moda ma anche di noi. E di quei desideri che affidiamo ad una lettera ma che forse dovremmo essere noi ad esaudire per noi stessi. -
It’s #partytime (da Simona Barbieri)
Frank Carpentieri in consolle.
Champagne.
La nuova collezione Twin-set by Simona Barbieri.Ed è subito #partytime.
-
Giovanni Raspini e quei gioielli che lasciano un segno
“Wild” di Giovanni Raspini è una collezione per anime selvagge.
Animalesche, nel senso più naturale della parola. Libere. Graffianti quanto basta a lasciare un segno di sé. -
Moda tra i Vicoli (Santi) di San Domenico Maggiore
Grazie Luciano, per avermi portata, un venerdì sera, nei tuoi Vicoli Santi.