Italo è movimento allo stato puro.
Movimento che esula dal semplice spostarsi da un posto ad un altro, ma che include il viaggio. La scoperta. La conoscenza.
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Italo è movimento allo stato puro.
Movimento che esula dal semplice spostarsi da un posto ad un altro, ma che include il viaggio. La scoperta. La conoscenza.
Vienna. Una contessa, un conte e una bimba. Un palazzo dove si fabbrica magia.
Sembra una storia d’amore e forse, a pensarci bene, lo è: è la storia di Pierre Lang, un brand viennese di bijoux fondato oltre 30 anni fa e oggi reso ancora più glamour dalla bellissima contessa Metternich, da suo marito e dalle oltre cento mani che contribuiscono alla realizzazione dei prodotti, tutti – orgogliosamente – heart made.
Home is where your heart is.
Ma alla fine casa è lì dove ci strucchiamo. Dove ci togliamo il reggiseno e iniziamo a respirare. Dove ci sfiliamo i tacchi dodici e ritorniamo, più o meno metaforicamente parlando, sulla terra.
Anche se il tema dell’edizione 2016 era (un’affascinantissimo e ispirante) Destinazioni, il Giffoni è stato comunque un bellissimo viaggio. Un’avventura che annulla le distanze e arricchisce, sempre e comunque. Un’ esperienza unica che tuttavia ne contiene infinite altre, ognuna delle quali si distingue per gli occhi – e il cuore – da cui viene osservata.
Il capitolo che nella tesi non c’è lo voglio scrivere qui. Quando la festa è finita ma l’entusiasmo e la felicità no.
Dagli occhi della Signora Marisa si vede il mare.
Lo stesso – o quasi – che si vede da una terrazza caprese inondata dal sole. Con i limoni tutt’attorno e il pavimento in maioliche su cui ballare – scalzi – al ritmo di un tamburello.
Napoli. Ora di punta.
Piazza Borsa che è un luogo fatto di traffico e clacson e semafori e caffè presi al volo e gente che va e gente che viene e cose da fare e pratiche da sbrigare e studenti che corrono e uffici dove l’aria si fa a fettine.
Proprio lì, al centro esatto della giungla urbana e del tran tran metropolitano, c’è una porticina.
Per portare un turbante ci vuole grazia, estro e un pizzico di vanità . Ma soprattutto ci vuole una testa, perché – Odile lo sa – la vera eleganza sta tutta lì.
Per averci ricordato di essere orgogliosi di noi.
Per averci fatto vedere Napoli attraverso i vostri occhi – privi di pregiudizi e colmi di curiosità – quando i nostri a volte rischiano di abituarsi alla bellezza. Per l’audacia, sì perché di audacia c’è bisogno qui, di aver scelto per un’occasione speciale una città difficile, contraddittoria, scontrosa a volte, ma proprio per tutti questi motivi bellissima.
Quando ti trovi faccia a faccia con una tipa così, capace di rappresentare Scianel pur essendo totalmente distante da ciò che Scianel rappresenta, capisci di avere di fronte un’artista. E, subito dopo, una donna dal carattere forte, viscerale ma semplice. Di quelle che amano ciò che fanno e fanno ciò che amano, ed hanno ben chiare in testa le cose belle della vita, le quali cose – nel caso di Cristina Donadio, la Scianel di Gomorra La serie 2 – possono essere un giro in vespa, una giornata in barca, il terrazzo di casa propria.
Venerdì pomeriggio vi racconto la storia di un viaggio. Lontano da qui nel tempo e nello spazio ma reso più che mai vicino da un libro, che come tale compie la magia di renderci partecipi di qualunque cosa esso voglia.