Torno subito. Giusto il tempo di un thè e una fetta di strudel, qui, seduta nel Cafè Lilie che mi fa sempre venire voglia di scriverci un libro tanto è composto ed elegante e pieno di profumi buonissimi il caos che c’è.
-
-
La bellezza, dov’è?
Negli occhi, o meglio in certi occhi: quelli che sono come finestre aperte sul mondo. Nel fatto di condividere la bellezza stessa (anche su Facebook) che a tenerla tutta per sé non è poi così bella. Nella ricerca – continua ma mai estenuante – di ispirazione. Nelle serrande semichiuse a ricordarci che c’è una crepa in ogni cosa ma è da lì che entra la luce. Nell’attenzione e nella cura. Nell’alba, nei nuovi, quotidiani, inizi. Nei messaggi per noi o comunque nella nostra capacità di stare in ascolto: perché quel when is black, take a little time to hold yourself cantato da uno sconosciuto nel cuore di Milano mi piace pensare che fosse rivolto a me. Nella parola buongiorno. Negli uomini gentili. La bellezza sta in una città che è sempre la stessa ma sempre nuova, come una persona a cui vogliamo bene. Nei pranzi all’uscita dell’Università a cercare un posto che faccia un po’ Sex and the City e noi a parlare senza filtri e a cercare il giusto filtro su Instagram. Nei giardini segreti nel cuore del traffico. In qualche sana abitudine e nell’altrettanto sana voglia di romperla, l’abitudine. Nei caffè che finiscono ma le cose da dirsi no.
-
Lista delle cose da fare: lunedì edition
Andare in ufficio: che non sia necessariamente una scatola grigia da cui fuggire ma – una finestra da cui si vede il mare o il tavolino di un bar sconosciuto sarebbero un’idea – un angolo di mondo che allarghi i nostri orizzonti.
-
Buona primavera (in ritardo)
Buona primavera (in ritardo). A quelli che, come me, avranno anche smesso di credere al calendario (e all’oroscopo) ma non hanno (mai) smesso di sorprendersi.
-
Non sottovalutare la bellezza
Messa lì, certe volte, al solo scopo di farci prendere una pausa. Di farci fare pace col lunedì, e con noi stessi. Terapeutica come la lista di libri che ti prescrive un amico o il tuo piatto preferito che ti prepara la mamma il giorno del tuo compleanno.
-
E’ lunedì: salviamoci
E se proprio non ci riusciamo noi, ci sarà il caffè a farlo.
-
Rose a dicembre (possibili come certi sogni)
Mi avete portato anche le rose a dicembre.
Il che ha dell’impossibile: come impossibili sembrano i sogni quando vengono sognati per la prima volta. Ma poi può succedere che quei sogni prendono forma, la più inaspettata magari, e diventano così veri da poterli toccare. I miei sono diventati “Rose a dicembre”: una collezione di gonne che ho disegnato e realizzato e amato al punto da volerla presentare a voi in un mese dell’anno dove la magia è dietro ogni angolo della città e del cuore. -
“La moda democratica” (qui è tutto pronto e magico)
Una domenica pomeriggio di metà dicembre. Una galleria che brilla nel bel mezzo della città .
Quattro donne che raccontano la bellezza da quattro prospettive diverse.
Una passione per la moda che va oltre la moda. O almeno quella che cambia al cambiare dei dettami.
E poi il concetto di moda democratica che amo tanto: che ha a che fare con l’ identità , con la libertà di essere sé stesse anche se a volte questo vuol dire permettersi il lusso di diventare, per una sera, qualunque cosa si desideri essere.
Ed è col cuore pieno di gioia (e la scrivania piena di foto e la stanza piena di stoffe) che vi invito tutti a La moda democratica. Un evento che m’immagino sappia di panettone e spumante. Che parli di moda ma anche di noi. E di quei desideri che affidiamo ad una lettera ma che forse dovremmo essere noi ad esaudire per noi stessi. -
It’s #partytime (da Simona Barbieri)
Frank Carpentieri in consolle.
Champagne.
La nuova collezione Twin-set by Simona Barbieri.Ed è subito #partytime.
-
«Beyouty» è bellezza che comunica
La bellezza salverà il mondo, diceva qualcuno. Francesca – mille ricci e un sorriso che brilla – salverà la bellezza.
Ricordandoci, con una “y” affatto casuale nella parola “Beyouty” a lei tanto cara, che la vera bellezza non ci vuole mai diverse da ciò che siamo. -
Giovanni Raspini e quei gioielli che lasciano un segno
“Wild” di Giovanni Raspini è una collezione per anime selvagge.
Animalesche, nel senso più naturale della parola. Libere. Graffianti quanto basta a lasciare un segno di sé.