Siamo principesse metropolitane semplici. Al mattino chiediamo solo un caffè molto forte e una moda che ci tenga il passo anche quando attraversiamo la città e i mille mondi in cui ci dividiamo pur restando sempre unite. Che non ci chieda di rinunciare all’eleganza ma neanche – di grazia – alla comodità . E, perché no, che sostenga i valori in cui crediamo e che decidiamo di incarnare ogni giorno. Un’esigenza alla quale – con l’imprescindibile sofisticatezza che la contraddistingue – Sofia Colasante ha dato la sua personale risposta nella collezione autunno/inverno 2018-2019 del brand omonimo, che ho avuto l’occasione di applaudire domenica pomeriggio davanti a quella non-passerella che è stato il Salone dei Marmi del Municipio di Salerno.
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Elogio alla lentezza
Siamo quelli perennemente in ritardo sulla tabella di marcia (manco fosse quella del Bianconiglio).
#sempredifretta eletto ad hashtag della vita, anche un po’ per darci un tono.
Siamo campioni dello sport olimpionico del multitasking quando ci ritroviamo a pranzare mentre guardiamo la tv mentre chattiamo con il gruppo di amiche del liceo mentre siamo in videoconferenza con la mamma.
Siamo quelli che la pausa (e anche la pausa della pausa) la passiamo scorrendo la bacheca di Facebook alla ricerca (disperata) di qualcosa che sia interessante.
Siamo quelli che aggiungono al carrello mentre sono in sala d’attesa dal dentista. Che si pettinano nell’ascensore e si truccano al semaforo.
Siamo quelli che guadagnano ottimizzando i tempi: ok, ma quanto ci perdiamo nel mentre? -
La relazione seria e altri mostri
Prima si aveva paura dei mostri sotto al letto, dei ragni, del buio. Oggi si ha paura delle relazioni serie.
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Quello che ho imparato sul lavoro (da Elle, Active!)
Ogni mattina, nel mondo, una donna si sveglia e sa che deve correre più veloce non solo delle aspettative che ha su di sé ma anche dei pregiudizi culturali, della lista delle cose da fare e del treno che passa una sola volta nella vita. Tutto questo sui tacchi.
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Mi manchi ma non tornare
Una cosa con la quale quando cresci devi imparare a fare i conti è la perdita.
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Settembre è una scusa
Quel luogo lontano e misterioso dove poter inviare speranze, aspettative e progetti con la stessa leggerezza con cui una volta si inviavano cartoline dalla villeggiatura. Quel tempo indefinito in cui – per un attimo ne abbiamo la certezza – saremo migliori: più magri, più organizzati, più produttivi.
La verità è che Settembre è una scusa. Ma quella di cui abbiamo bisogno. -
Cari giovani designer, IFTAwards è per voi
Cari giovani designer,
prendete quell’ispirazione che vi salva dal rumore di fondo (e dal lunedì).
Metteteci la vostra competenza.
Quella giusta dose di glamour di cui necessitiamo come del sale nella pasta.
Lo studio e il tempo che stanno alla base di ogni buon progetto insieme ad un pizzico di incoscienza.
Metteteci le vostre piccole rivoluzioni quotidiane.
Ciò che vi fa battere il cuore a dispetto dei cinici e di quelli che il cuore ve l’hanno spezzato.
Il coraggio di osare ma anche la paura di fallire.
Qualcosa di wow.
Metteteci la fantasia. La magia.
Insomma, sì. Metteteci l’anima. -
Tutto quello che so sulle serie tv
Ciao sono Simona e sono una serie tv addicted.
A voler essere precisi sono una serie tv addicted di quelle a scoppio ritardato. Che inizialmente stanno sulle loro, guardano con sospetto e quasi con antipatia le serie tv che fanno impazzire il mondo, per poi recuperare 5 anni di puntate in 2 settimane (generalmente sotto esame), seguire tutto il cast (con relativi cani e gatti) su IG e comunicare unicamente attraverso meme tratti dalle suddette serie tv.
Dunque, prima di andare avanti con una carrellata delle mie serie tv preferite, voglio fare alcune premesse di carattere generale.
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Aspettando NapoliCittà Libro
Credo nei libri. Ma soprattutto credo negli uomini che credono nei libri.
E non (soltanto) perché sono dei romantici sognatori, ma per quella loro ferma convinzione che è la cultura a renderci esseri umani. A salvarci: dai mali della vita o anche da noi stessi. Ad aprirci finestre sul mondo. A metterci in contatto con le anime affini che hanno vissuto prima di noi e con quelle non ancora nate.
Sì, credo negli uomini che credono nei libri al punto da dedicarvi la propria vita. E quando accade che tre di questi uomini del 2018 – di nome Rosario, Diego e Alessandro, insieme ad un certo Maurizio – si ritrovano seduti al tavolino di un bar a sognare (in grande, come tutti i sogni che si rispettino) un salone del libro a Napoli, io non posso fare altro che essere loro grata. -
Cosa mette nel bagaglio a mano una farfalla?
«Immaginate di poter portare con voi solo un bagaglio a mano per il resto della vostra vita, cosa ci mettereste dentro?»
A porre questa domanda non è la mia coscienza prima di partire per un lungo viaggio, ma un grosso libro che mi trovo davanti. All’interno di questo grosso libro c’è una serie di fotografie, in bianco e nero, quasi fosse un album dei ricordi. Di quelli che ci piace riaprire a distanza di anni per controllare che sì, una parte di noi è ancora lì dove un giorno l’abbiamo lasciata.
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Le regole del cappuccino perfetto
Un cappuccino, grazie.
Che io sia in ritardo o in anticipo sulla tabella di marcia. Che io sia assonnata, sfatta, stropicciata o vestita come una diva alle 8 del mattino. Che fuori ci sia il sole oppure la pioggia. Che io sia in montagna, di fronte al mare o all’angolo di una strada trafficata perché è lì che mi piace pensare ci si possa innamorare. Che io sia in compagnia oppure sola con me stessa.
Il mio primo desiderio della giornata sarà sempre questo.
E a forza di cappuccini ordinati e scolati e goduti e offerti e ricevuti a sorpresa prima di una lezione, ne sono diventata un’esperta. Oserei dire un’#influencer.