Prima di raccontare ciò che ci siamo detti io e quei bravi ragazzi dei The Jackal è necessaria una premessa – che più che altro è una confessione: come sfondo del mio cellulare ho la faccia di Alfredo.
Detto ciò, incontrare Ciro Priello, Simone Ruzzo, Alfredo Felco e Francesco Ebbasta al Galà del Cinema e della Fiction in Campania è stata una cosa bella per il semplice motivo che mi sono ritrovata davanti quattro ragazzi che, prima di essere i The Jackal, molto prima di essere il fenomeno del web da più di un milione di followers, sono semplicemente amici.
E nel poterlo constatare – soprattutto quando Ciro ha chiamato incredulo Alfredo per mostrargli il mio sfondo (su cui peraltro hanno continuato a fare battute per tutta la conversazione) – mi sono sentita privilegiata.
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A passeggio tra i Vicoli Santi di Napoli
C’è stato un tempo in cui ha desiderato farsi prete, poi è diventato stilista. Sì, ma di Vicoli Santi.
Perché a Napoli, mi spiega nel suo Atelier in Via Dei Mille n. 1, in ogni vicolo c’è una piccola bacheca con un santo. E – aggiungerei – davanti ad ogni bacheca, ci sono sempre un mazzo di fiori e una bellissima donna che prega. -
Amlé | Il Sud in un gioiello sartoriale
Dagli occhi della Signora Marisa si vede il mare.
Lo stesso – o quasi – che si vede da una terrazza caprese inondata dal sole. Con i limoni tutt’attorno e il pavimento in maioliche su cui ballare – scalzi – al ritmo di un tamburello. -
I turbanti di Odile: storie di viaggi, colori e case sparse per il mondo
Per portare un turbante ci vuole grazia, estro e un pizzico di vanità. Ma soprattutto ci vuole una testa, perché – Odile lo sa – la vera eleganza sta tutta lì.
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Domenico & Stefano: grazie!
Per averci ricordato di essere orgogliosi di noi.
Per averci fatto vedere Napoli attraverso i vostri occhi – privi di pregiudizi e colmi di curiosità – quando i nostri a volte rischiano di abituarsi alla bellezza. Per l’audacia, sì perché di audacia c’è bisogno qui, di aver scelto per un’occasione speciale una città difficile, contraddittoria, scontrosa a volte, ma proprio per tutti questi motivi bellissima.
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Scianel è stata, comunque, un regalo
Quando ti trovi faccia a faccia con una tipa così, capace di rappresentare Scianel pur essendo totalmente distante da ciò che Scianel rappresenta, capisci di avere di fronte un’artista. E, subito dopo, una donna dal carattere forte, viscerale ma semplice. Di quelle che amano ciò che fanno e fanno ciò che amano, ed hanno ben chiare in testa le cose belle della vita, le quali cose – nel caso di Cristina Donadio, la Scianel di Gomorra La serie 2 – possono essere un giro in vespa, una giornata in barca, il terrazzo di casa propria.
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Micol Olivieri e le donne della sua vita
Questo libro è – essenzialmente – un regalo. Quello di una ragazza: romana, ventitreenne, attrice ma anche e soprattutto moglie, mamma, figlia, nipote e bisnipote. Alle sue donne, quelle che le hanno tramandato i valori più antichi e sani ma anche quelle a cui sarà lei stessa a tramandare qualcosa. Un regalo appunto.
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Sofia Colasante e quella moda “sapiente”
Sofia ha un nome che le sta bene, penso mentre la incontro, un sabato pomeriggio in un angolo di Napoli che è diventato il suo showroom temporaneo.
Le sta bene addosso, quella parola d’origine greca, perché la sua è una moda sapiente. Concettuale ma lontana dall’essere concettosa. Dove ogni dettaglio è stato pensato, studiato nel senso appassionato del termine, curato con la cura che si riserva a ciò che si ama fare. -
Intervista a Margherita Laterza: di luoghi, di tempi, di sogni
Da quale epoca provenga difficile a dirsi.
Caprese, classe ’88. Lei è Margherita Laterza, che di tempi e luoghi ne ha attraversati tanti, sul palco di un teatro e dietro lo schermo. Io l’ho incontrata in una villa patrizia di Napoli durante un fashion show e l’ho ammirata. Nel vestito di Nino Lettieri e nella sua persona.
Delicata nei modi e nella figura, ma forte al punto da poter diventare qualunque cosa lei desideri.
Anche l’opposto di sè. -
Dieci (preziosi) minuti con Chiara
Le avevo chiesto dieci minuti e un abbraccio.
Ma lei, come fanno tutti quelli che tra dare e ricevere non c’è poi tanta differenza, mi ha dato molto di più.
Mi ha dato ciò che una persona ha di più prezioso: la sua attenzione – il gesto più vicino all’ amore che conosca – e il suo tempo. Che probabilmente saranno stati dieci minuti, ma di quelli che, lei lo sa bene, è difficile stabilire quanto durino effettivamente.Ed è stato così che un pomeriggio di pioggia a Milano, mentre credevo di andar a incontrare Chiara Gamberale, la scrittrice, in realtà ho conosciuto Chiara: l’amica. La madre “troppo figlia”. La donna che ama scrivere almeno quanto ama amare. Bella di quella bellezza che si tiene bene alla larga dall’idea di perfezione attenta com’è a rintracciare il vero.
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Mr Cooper
28 settembre 2014, hotel Palazzo Alabardieri, Napoli
Ho incontrato Glenn Cooper durante uno dei miei viaggi: in autogrill, nella sezione bestseller. All’angolo tra la caffetteria e il reparto caramelle gommose, lo amavo già: con gli occhi incollati alle sue parole e l’insana impazienza di arrivare alla fine di quelle parole e di non arrivarci mai.