appunti

Ciò che i fari mi hanno insegnato

Fino ad un anno fa credevo che i fari esistessero soltanto nei romanzi di baleniere o nelle metafore sulle amicizie di lunga data. Quando poi alla mia strada verso il lavoro si è sostituito il mare, l’ho visto: quel fascio di luce che taglia l’aria notturna e per un attimo ti fende lo sguardo, e quasi ti acceca. Ancora. E ancora. È il suo codice segreto per dirti: sei salvo, sei a casa.

Fino ad un anno fa, pensavo che i fari appartenessero solo alle storie di vecchi dalla barba bianca e dal carattere burbero. Oggi i fari fanno parte anche della mia storia, della mia vita. Una vita da lupo di mare, come ho iniziato a dire per aggiungere un pizzico di drama alla faccenda. Una vita cioè fatta di tante albe e tanti tramonti, di poche e scomode ore di sonno, di marinai, corde e nodi, di scongiuri e preghiere, di tanta incertezza e altrettanta bellezza. E ogni volta che ripenserò a quella vita, mi tornerà quel nodo alla gola che ho provato quella mattina alle sei, mentre lasciavo il porto ancora immerso nel buio, con le cuffie nelle orecchie e il vento tra i capelli. Quando poi la nave prese il largo e sul Vesuvio che si allontanava spuntò un’alba commovente, io pensai a mille cose, alla mia e alle possibili vite, mentre il mare scorreva veloce sotto di me. E così imparai a fidarmi dei fari, non solo quelli che ti accolgono dopo una traversata, ma anche quelli che ti incoraggiano a lasciare il porto sicuro, a ritrovarti in alto mare, persino in balia delle onde, perché tanto loro saranno lì al tuo ritorno.

Oggi, anche se non vedrò più fari ogni giorno, conserverò ciò che essi mi hanno insegnato. Che il tuo mare sia calmo o in burrasca, respira e aguzza lo sguardo. Da qualche parte c’è una luce che ti dice: sei salvo, sei a casa.

2 Comments

  • Anna Lisa Arvotti

    Cosa dirti cara Simo, hai raccolto le sensazioni di tutti noi, una vita che a pensarci sembra passato tantissimo tempo…ma è stata l’intensità con la quale abbiamo vissuto i rapporti, la bellezza di un tramonto ad unirci. Ovunque andremo, il ricordo dello scoglio sarà nelle nostre menti. Ne sono sicura. È stato un piacere conoscerti, quando rivedo tutte le foto di quest’anno, dei momenti belli e tristi, di un porto isolato o affollato, ricorderò quella vita, ci hai cambiato l’isola, ci ha fatto riscoprire noi stessi. I tempi lenti, ci hanno turbato, ma il dinamismo ci ha reso vivi. Mi porterò nel cuore tutto questo. Grazie, condividerò questa nostra esperienza tra le perone, e leggere il tuo articolo sarà come se fossimo vicine.

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