Un cappuccino, grazie.
Che io sia in ritardo o in anticipo sulla tabella di marcia. Che io sia assonnata, sfatta, stropicciata o vestita come una diva alle 8 del mattino. Che fuori ci sia il sole oppure la pioggia. Che io sia in montagna, di fronte al mare o all’angolo di una strada trafficata perché è lì che mi piace pensare ci si possa innamorare. Che io sia in compagnia oppure sola con me stessa.
Il mio primo desiderio della giornata sarà sempre questo.
E a forza di cappuccini ordinati e scolati e goduti e offerti e ricevuti a sorpresa prima di una lezione, ne sono diventata un’esperta. Oserei dire un’#influencer.
Dunque, per evitare che un giorno io mi possa ritrovare davanti il fantasma dei miei cappuccini passati, presenti e futuri, voglio condividere con voi il mio, personalissimo, vademecum al cappuccino perfetto.
- La prima regola fondamentale del cappuccino secondo Simona è: niente cacao. Mai e dico mai dimenticare di specificarlo al barista! Pena la rovina irrimediabile della schiuma. Tutt’al più una una spolverata di cannella (ma ho delle riserve a riguardo).
- Parliamo di schiuma. Diffidare da quella piena di bollicine perché è come i ragazzi che se la credono: si smonterà inesorabilmente di lì a poco. La schiuma perfetta deve essere liscia e vellutata, calda come un abbraccio in cui sprofondare dopo una lunga giornata. Consiglio: mescolare lo zucchero tenendo il cucchiaino sul fondo.
- Decorazioni: nì. Sì a quelle fatte con la schiuma, no a quelle (talvolta molto elaborate) fatte con il cacao o, peggio, con il topping. Dio me ne scampi.
- Tazza: tonda, di ceramica, possibilmente bianca e soprattutto asciutta.
- Condicio sine qua non ad un buon cappuccino: un buon caffè (e un buon latte, meglio – mi dicono dalla regia – se intero). Ma questa è un’altra storia.
- Bere l’acqua prima del cappuccino.
- Riservare racconti e comunicazioni di ogni genere a quando il cappuccino sarà finito: per la sua durata concedersi un minuto di puro silenzio e pace col mondo.
- Il barista perfetto è sorridente quanto basta, indossa una divisa e, anche se non parli, lui sa.
- Bere un cappuccino di lunedì mattina: il suo potere riparatore e rigeneratore dopo weekend più o meno distruttivi è stato comprovato da studi scientifici eseguiti dalla sottoscritta.
- L’ultima non è una regola ma una mia ferma convinzione e cioè che “Prendiamo un cappuccino?” è il miglior invito di sempre e per sempre.
Alla fine di questo post, vorrei ringraziare (come fossi alla notte degli Oscar) la mia amica Chiara, perché la nostra amicizia si potrebbe misurare in litri di caffè mescolati alla schiuma di latte altrimenti detti cappuccini.