La pelle racconta di noi.
E quindi la mia parla di traffico e di semafori spesi a rifarmi il trucco e di stress post sessione estiva e di città e di treni e di tutti i lunedì di questa vita e di sonno procrastinato e accumulato come le puntate del Trono di Spade. Roba che #detox non è solo un hashtag figo ma un bisogno, della mia pelle e di tutta me stessa, di purificazione.
E idratazione.
Ho conosciuto MÁDARA organic skincare nella vip area curata da Chic zone, dove, per la durata di un trattamento viso personalizzato (grazie di vero cuore Martina!) ho dimenticato di essere nel bel mezzo del Giffoni 2017 (dove peraltro c’era il delirio per l’arrivo di Kit Harington aka John Snow) per ritrovarmi in Lettonia. Tra i boschi e i prati e i laghi e le paludi di un Nord sconosciuto e incontaminato dove per migliaia di anni, il clima, rigido e freddo, ha permesso alle piante di sviluppare quei principi attivi che fanno bene alla nostra pelle. Poi a Riga, nella casa madre di un’azienda fondata da quattro donne lettoni, oggi una delle fabbriche più all’avanguardia in fatto di cosmesi biologica in Europa.
Green che più green non si può ossia ecosostenibile al 100%: dall’imballaggio riciclato e riciclabile ai singoli ingredienti – piante, erbe, fiori e frutti raccolti nel periodo di fioritura (due mesi circa, in alcuni casi solo una settimana) o coltivati biologicamente.
Un viaggio sensoriale da cui ho imparato che MÁDARA non è solo un brand ma un’attitudine – cura di sé unita a un rispetto totale per la natura – che non ho potuto non sentire subito mia, convinta come sono che la bellezza nasce da lì: dalla consapevolezza piena e sincera di ciò che siamo e dell’amore che meritiamo di ricevere, prima di tutto da noi stessi.