Buona primavera (in ritardo). A quelli che, come me, avranno anche smesso di credere al calendario (e all’oroscopo) ma non hanno (mai) smesso di sorprendersi.
Di fermarsi, a dispetto dei troppi impegni e del poco tempo. Di scattare una foto alla finestra col sole che sorge un lunedì mattina e di inviarla a qualcuno. Di crescere, anche se questo certe volte comporta tornare bambini e chiedersi: quando ho smesso di scrivere cartoline? A quelli che forse il destino non esiste ma esistono le possibilità che scegliamo di dare alla vita. Alle nascite e alle rinascite. Alla pazienza di aspettare l’estate, cominciando a viaggiare nella propria città (e anche sotto di essa) e mangiando cucunci e salmone affumicato di domenica sera. Alla voglia che ho di tulipani bianchi e camicie bianche. A mia mamma che vorrei fosse il tuo compleanno ogni giorno. Alle aspettative su sé stessi ma soprattutto al coraggio di darsi tempo, perché il Cesto delle occasioni è solo quello dei libri di fronte all’università.
Buona primavera (in ritardo) alla capacità che ha certe volte la vita di essere puntuale. Come il lunedì.