C’è stato un tempo in cui ha desiderato farsi prete, poi è diventato stilista. Sì, ma di Vicoli Santi.
Perché a Napoli, mi spiega nel suo Atelier in Via Dei Mille n. 1, in ogni vicolo c’è una piccola bacheca con un santo. E – aggiungerei – davanti ad ogni bacheca, ci sono sempre un mazzo di fiori e una bellissima donna che prega.
Lui è Luciano Esposito, fashion designer partenopeo che nel suo fare moda ha conservato un po’ di quel sacro che dall’età di 18 anni lo affascina così da riproporre, nelle sue collezioni, i colori, le passamanerie, le ispirazioni legate al mondo della chiesa. Non senza un pizzico di ironia e uno spiccato senso dello stile.
Alle spalle un’esperienza lavorativa nel campo della moda al Nord Italia presso i colossi del fashion system come Dolce & Gabbana, Gianfranco Ferré e Romeo Gigli, poi il desiderio di aprire una sartoria propria e creare un brand che parlasse di lui. Così è tornato a Napoli. Napoli perché è barocca. Napoli «perché da qui è passato il mondo». E qui sogna di restare come sede e cuore di Vicoli Santi, ma sogna anche di ampliare i suoi orizzonti e far conoscere le sue collezioni a Roma e a Milano.
Mi accoglie nel suo Atelier – concepito come salottino in cui rilassarsi e concedersi un po’ di bellezza – e mi racconta la storia delle sue collezioni. Ogni collezione è preceduta da una lunga fase di ricerca: dai tessuti – materiali che sente di poter fare suoi – alle stampe particolari (spesso disegnate per l’occasione, trasformate o mixate tra loro). Poi inizia la «catena»: il disegno, il taglio, il cucito e infine il ricamo – a cui ama dedicarsi personalmente – in cui è importante l’energia che circola nell’equipe.
Oggi sta ultimando la prossima collezione Alta Moda in cui, mi anticipa, troveremo il barocco con la pittura. «E’ l’anno dell’oro» aggiunge e nel frattempo mi mostra la collezione ispirata a San Gennaro, un prêt-à-porter sartoriale formato da cinque tasche, abiti lunghi, tubini e persino t-shirt, in cui a dominare è una stampa della sagoma di San Gennaro impostata sul gioco di tre colori – bianco, nero e rosso sangue -. A completare la collezione alcuni pezzi con stampe botticelliane che rimandano subito ai mondi folkloristici della tarantella, da sdrammatizzare su un jeans.
Immerso nel presente e proiettato al futuro, guarda indietro nel tempo, Luciano Esposito, studia l’evolversi della moda nella storia e per Vicoli Santi si ispira alle dive, dalla puteolana Sofia a quelle hollywoodiane, auspicando il ritorno ad una donna femminile, magari generosa nelle forme e con uno stile proprio. Quello che, in un mondo dominato dagli enormi monomarca, solo il sartoriale – solo il fatto a mano e cucito addosso – può sublimare in moda.
One Comment
ROSALBA
Complimenti una collezione tutta da vedere.La tua napoletanità farà si che questa collezione sarà molto apprezzata.Auguri .Spero di conoscerti da vicino.Rosalba GRILLO