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Gennaro: l’arte & altri miracoli

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Napoli, 19 settembre che forse nel resto del mondo è un giorno qualunque ma non qui.
Qui accadono miracoli, tanti, troppi forse, ma su tutti quello di unire una città intera intorno ad un’ampolla e di farci trattenere il fiato.
Qui, in una traversina un po’ nascosta di Via Dei Mille chiamata Salita Vetriera, c’è “Gennaro”.

Una collettiva d’arte contemporanea organizzata da Sabina Albano nella sua Modart Gallery, che per il terzo anno consecutivo cerca, in maniera incessante e mai scontata, di farci conoscere (San) Gennaro. Di farcelo vedere con gli occhi dei tanti artisti che, per questa mostra, l’hanno interpretato in modo inedito. Di farcelo bere e mangiare. Di farcelo indossare.

E, per il terzo anno consecutivo, per quel miracolo affascinante che è l’arte, ci è riuscita. Perché potrei giurarvi di averlo visto indossato, Gennaro, nelle gonne e nelle t-shirt realizzate con gusto ed ironia da Luciano Esposito per il suo brand partenopeo Vicoli Santi. L’ho mangiato e bevuto, attraverso un calice di Vino Cantine Astroni, l’olio del Sud Argenziano e i “Faccia gialla”, i dolci a forma di mitra di San Gennaro creati da Uderico Carraturo (Pasticceria Carraturo a Porta Capuana dal 1837 ndr) insieme a Francesco Andoli e Gerardo Vernazzaro: pasta sfoglia caramellata all’esterno a richiamare il luccichio dell’oro, gelatine rosse e verdi per le gemme, un ripieno di crema gialla (dall’appellativo tutto napoletano del santo “faccia gialla”) e fragoline lasciate a macerare nel vino (il Piedirosso Cantine Astroni ndr) per aggiungere la nota sanguigna.

A Napoli, il mio 19 settembre e il mio miracolo, io ho scelto di viverli così.

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