Arriva un momento dell’anno in cui ricevo l’invito all’evento “L’amore è” che puntualmente io interpreto come un invito a domandarmi cos’è poi quest’Amore se da sempre sfugge ad ogni tentativo di definizione ma poi tu lo vedi, lì, davanti a te, una sera di febbraio e capisci che l’amore non è mai una cosa sola.
E’ una sposa che avanza, col bustino in pizzo e la gonna di tulle seguita da un volo di farfalle bianche. E’ una stretta di mano tra la moda e la solidarietà, sempre del parere che la bellezza non salverà il mondo ma di certo lo aiuta a sognare. E’ quello che ci vuole per creare un gioiello che altrimenti sarebbe solo metallo e pietre.
Tutto questo è stato L’Amore è 2016, un fashion gala organizzato da Maridì Communication nelle sale di Villa Domi a Napoli e che ha visto la moda “sposarsi” con un progetto importante, la ludoteca per i bambini figli di pazienti o amici in visita al Pascale promossa dalla Lega Tumori LILT NAPOLI.
In prima fila, tra baroni col fiore all’occhiello, marchesi con cannucce d’argento, qualche principe dagli occhi scintillanti (e ditemi voi se questa non è una favola), ho assistito al defilé di abiti da sposa firmati EM Bridal, aka la collezione Le jardin sospendu di Enzo Miccio, fashion designer per l’occasione, che ha ricoperto i pizzi e i volumi con cascate di fiori e farfalle come a creare un tutt’uno con la natura. A seguire, il grande sì interpretato dall’orafa romana Gaia Caramazza nei suoi gioielli, delicati come lei ma eccentrici a farsi ricordare.
Dopo selfie regali, promesse di inviti a pranzo coi fiocchi e risotti allo champagne, l’Amore è volgeva al termine ma ormai io sapevo che l’Amore non è mai una cosa sola ma sempre una miracolosa unione.