La vera bellezza è inconsapevole di essere tale. Non fa capricci. Non ha in sé quell’assurda pretesa di essere amata ad ogni costo. Lei nasce così: controvoglia.
Un po’ come quelle dive del cinema che di essere dive non l’hanno mica chiesto. Ma che magari, mentre inseguivano ben altri piani di vita, si sono ritrovate sul grande schermo per un caso fortuito.
Quello stesso caso fortuito per cui, alcuni anni dopo, un uomo con la passione per la moda si sia ritrovato a girare i canali della tv durante certe notti insonni e l’abbia vista, quella bellezza controvoglia. E poi da essa si sia lasciato ispirare.
Lui è Carlo Alberto Terranova e quella di cui mi sta parlando con un bagliore quasi nostalgico negli occhi è la collezione fall winter 2015/2016 che ha stupito quest’estate l’AltaRomaModa e che ora stupisce il pubblico di Sinfonia d’Autunno 2015 a Napoli. Una sorta di ritorno alle origini considerato che a Napoli apparteneva il suo maestro, Fausto Sarli, al fianco del quale, Carlo Alberto, ha passato venticinque anni di pura vita. Un quarto di secolo che il couturier modicano si porta dietro e che fa rivivere ogni volta che crea mentre il suo pensiero corre, inevitabilmente, lì. A quelle geometrie e a quei volumi che hanno fatto di Sarli l’ “architetto della moda italiana del mondo” e che Terranova fa suoi mentre insegue l’intento di «stupire la gente col tessuto, così come hanno fatto gli scultori classici col marmo».
E ci stupisce davvero, la sua moda. Con quell’aria un po’ snob e un po’ retrò. Con quelle linee pulite e sapienti. E soprattutto con il gran finale: l’abito oro. Un esempio sartoriale di struttura che solo certe donne hanno il carattere necessario a portare.
Il pensiero ritorna a quelle notti senza sonno e a quelle dive dal fascino bianco e nero che gli permettevano di sognare lo stesso. E che gli hanno acceso la fantasia al punto da spingerlo a studiare, a documentarsi e a capire come portare in passerella gli anni 60′ non come qualcosa di oleografico ma di vivo, rivisitato secondo il rigore della sartoria Sarli.
Così è nata questa collezione, ispirata al mondo delle dive del cinema italiano di cinquant’anni fa: tra tutte, Elsa Martinelli che Carlo Alberto mi racconta essere tutt’oggi una sua cara amica. Mentre ne parla, ecco riaffiorare quella velata nostalgia per quell’epoca in cui la moda non era solo immagine ma contenuto e non mirava solo a vendere ma a meravigliare.