“Per quanto tempo è per sempre?”
“A volte, solo un secondo”
Una clutch di legno a forma di tempo.
L’adoro.
Come se non fossi già abbastanza Alice persa in quel Paese delle Meraviglie che è questo mondo.
Perché l’unica cosa che vorrei ed augurerei senza riserve è il tempo. Quello pieno, che esiste per sempre a dispetto degli orologi e dei cinici. Vivo. Degno di essere stato perso e quindi guadagnato.
Quello che condividiamo ma è come se lo moltiplicassimo.
Il tempo di un caffè prima delle lezioni. Di un abbraccio in cui respirare come se ci fossimo scordati come si faccia.
Il tempo di girare il mondo ma anche di stare a casa, ovunque essa sia. Di mangiare il gelato prima che si sciolga. Di stendere il rossetto rosso pur sapendo – e sperando – che non durerà a lungo. Di correre, sempre e comunque, ma anche di fermarsi e ricalcolare il percorso.
Di cambiare e di essere, prima di tutto noi stessi.
Tempo perduto. Ritrovato. Rubato al fuso orario di un viaggio lontano.
Speso. Sospeso. Dato con la consapevolezza di non poterlo riavere indietro. Scialacquato con leggerezza ma anche con assennato giudizio.
Il tempo bello di una giornata di sole, ma soprattutto quello buono – raro e prezioso – di una giornata qualunque.