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Dior, la scorsa notte e un veleno d’amore

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Della scorsa notte.
Di un rooftop newyorkese quando la festa è finita.
Di seduzione: sfacciata e disinvolta senza essere volgare.
Dell’antico fascino del proibito.
Di luci a neon.
Di un bacio non ancora dato.
E di una cattiva, bellissima, idea.

Di che sa il Poison Girl? Di tutto questo. E anche di arancia amara, rosa di Grasse, fava tonka, vaniglia e una goccia di sandalo deliziosamente confezionate in una piccola ampolla rosa che sembra una pozione d’amore e forse lo è. Così Dior racconta una storia nuova di femminilità e reinventa il leggendario profumo della maison – Poison, 1985 – attraverso le note sensuali e ribelli di una giovane donna – interpretata da quell’icona che è Camille Rowe – e di un veleno dolce-amaro, di quelli che ammaliano e creano dipendenza al primo tocco.

Io l’ho annusato e l’ho assaggiato (nella declinazione drink Belvedere vodka) e ne ho interpretato il mood durante uno – quello napoletano – dei quattro cocktail party che il signor Dior ha organizzato contemporaneamente in quattro città italiane.
E un giovedì sera di inizio febbraio, nell’atmosfera sofisticata dell’Archivio Storico di Napoli, anch’io sono stata avvelenata.

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